Se consideriamo il cinema del reale come un corpo a corpo tra chi filma – e quindi racconta per immagini –
e chi viene filmato – persone, attimi di una vita, storie – capiamo quanto entrare in una sala, sedersi,
mettersi in ascolto, guardare lo schermo, sia un esercizio di analisi del contemporaneo, un tentativo di
comprendere la società in cui viviamo. E’ questo il filo rosso che lega i film in programma al Modena
Viaemili@docfest, che, suddividendosi in giornate tematiche, prova ad aprire spazi di riflessione su alcuni
temi di grande attualità: dalla Marcia su Roma alle percezioni costruite sulle finzioni, dall’Italia invisibile del
lockdown fino alla salute mentale vista dai giovani, da chi si impegna in progetti di inclusione e ricerca di
ostinata felicità. Il cinema porta riflessioni sul nostro recente passato: che cosa è rimasto delle violenze di
Genova 2001 e di quelle dell’Eccidio di Modena del 1950? Perché una ventenne diventa jihadista in Siria?
Possono l’arte e il cinema cambiare volto ai quartieri? Che tracce lasciano le storie dei grandi fotografi del
nostro tempo?
Il cinema pone domande, lasciando che siano spettatrici e spettatori a trovare le loro – una, due, mille –
risposte possibili. Ci torniamo a sedere in sala consapevoli di quanto questa normalità, che spesso abbiamo
dato per scontato, impatti sulla qualità delle nostre vite, sulla percezione che abbiamo di noi stesse e noi
stessi, sulla nostra capacità di interpretare il presente e immaginare il futuro. Il cinema torna ad essere
luogo di incontro, confronto, conoscenza. Il festival, il nostro festival, luogo di scoperta e sperimentazioni.
Senza paura, con la voglia di superare i confini.
DIRETTORE ARTISTICO
Roberto Roversi